“Protocollo Bambino”
Quello del ricovero in ospedale rappresenta per tutti un momento particolarmente difficile, ma per i bambini e i ragazzi lo è ancor di più. Infatti, il ricovero in ospedale comporta sempre per il bambino, a qualsiasi età, la necessità di un riadattamento della vita quotidiana e dei suoi ritmi per il distacco dagli oggetti e dalle persone che rappresentano per lui punti di riferimento. Per migliorare il soggiorno dei bambini e dei ragazzi in ospedale, è importante favorire tutte le attività atte a ridurre ansia e tensioni, come ad esempio il gioco e il disegno, che permettono di proiettare ansie e paure ed attivare percorsi mentali che possono distoglierlo dalla condizione di malattia, ovvero favorire comportamenti rassicuranti, mantenendo sempre un contatto fisico e verbale.
Per questo da oltre vent’anni a Ferrara esistono una molteplicità di iniziative portate avanti da Enti Pubblici e Associazioni di volontariato, che collaborano tra loro e con il personale sanitario, per aiutare i bambini a conservare la loro infanzia anche in ospedale. Ed è per dare ufficialità e nuovo impulso a questa rete di forze che è stato sottoscritto – nel 2019 - da otto soggetti cittadini (Comune, Azienda Ospedaliero - Universitaria, Ufficio scolastico territoriale, Istituto comprensivo “Alda Costa” e le associazioni di volontariato Circi, Giulia, Ail e Nati Prima) il “Protocollo d’intesa per promuovere e sostenere l’accoglienza e la cura di bambini e ragazzi nei reparti dell’arcispedale Sant’Anna di Ferrara”.
Il Protocollo d’intesa ha durata triennale e prevede la creazione di un’apposita Commissione tecnico operativa incaricata di monitorare nel tempo i progressi raggiunti rispetto a 6 importanti obiettivi di miglioramento dell’assistenza dei minori nei reparti pediatrici e non del Sant’Anna:
- assicurare maggiore continuità tra dentro e fuori la dimensione ospedaliera;
- valorizzare il ruolo di genitori e famiglia dei bambini ricoverati;
- aiutare i bambini ospedalizzati con la narrazione e l’uso delle storie;
- realizzare percorsi personalizzati di accoglienza e cura per ragazzi con handicap;
- organizzare forme di accoglienza ospedaliera per gli adolescenti;
- elaborare strategie adeguate di gestione delle sconfitte terapeutiche e degli eventi luttuosi, valorizzando la medicina palliativa per l’infanzia.