Calcoli

Calcolo caliciale piccolo (inferiore a 6 mm), asintomatico.

Non necessita in genere di alcuna terapia, in quanto è possibile la sua espulsione spontanea, probabilmente, ma non necessariamente, con qualche colica renale.

Calcolo caliciale grande (maggiore 6mm).

 Se non c’è infezione, né sintomi, può essere semplicemente “controllato” nel tempo. In presenza di infezione urinaria o dolore, il trattamento di scelta è la frammentazione a onde d’urto. In caso di insuccesso, si passa alla chirurgia percutanea.

Calcolo pielico (nel bacinetto renale).

Va sempre trattato, in quanto le probabilità che diventi ostruttivo, o ingrandisca sino a non poter essere espulso, sono elevate. Se il diametro del calcolo è inferiore a 1 cm, in genere la frammentazione a onde d’urto funziona molto bene; quando è più grande, è meglio utilizzare subito la chirurgia percutanea.

Calcolo che occupa la pelvi e uno o più calici (calcolo a stampo).

In questo caso la chirurgia percutanea è la prima scelta (uno o più accessi in una o più sedute). Solo in rari casi si ricorre ancora alla chirurgia a cielo aperto.

Calcolo ureterale.

Se non vi è idronefrosi, ossia non vi è ostacolo al deflusso urinario, si attende l’eliminazione spontanea e se questa tarda, si prova a facilitarla con la frammentazione extracorporea. Negli altri casi si passa direttamente all’ureteroscopia con estrazione diretta del calcolo o frammentazione mediante laser.

Calcolo vescicale.

Rispetto ai calcoli del rene, la calcolosi vescicale è spesso secondaria; è cioè riconducibile a un’ostruzione del collo vescicale che non permette un completo svuotamento della vescica al termine della minzione; è la situazione tipica dell’ipertrofia prostatica. In assenza di ostacoli alla minzione, praticamente tutti i calcoli che provengono dagli ureteri vengono espulsi senza problemi. In caso di ostacolo si può invece verificare la rapida crescita di un piccolo calcolo disceso dal rene o la formazione “ex novo” di un calcolo direttamente in vescica; in questa crescita gioca un ruolo fondamentale la presenza di un’infezione urinaria da parte di batteri che si sviluppano ogni volta che esiste un ristagno di urina in vescica. Oltre ai sintomi già citati, in questi Pazienti può comparire la febbre e/o la presenza di urine torbide; entrambi sintomi di infezione urinaria “settica”. In presenza di calcolo in vescica, va quindi sempre valutata la presenza di ostruzione e il trattamento della calcolosi deve comportare la risoluzione anche dell’ostruzione al deflusso dell’urina (vedi ipertrofia prostatica). Il calcolo vescicale viene in genere frammentato endoscopicamente con laser o ultrasuoni, solo in rari casi estratto con una mini-incisione addominale.

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pubblicato il 2018/07/02 09:21:09 GMT+2 ultima modifica 2018-07-02T09:21:09+02:00